I segreti di APPLE…come spiare gli utenti I – PAD

Il Trusted Computing dell’iPad di Apple, presentato da Steve Jobs, contiene una caratteristica non di poco conto, perchè a quanto pare l’Apple iPad è a tutti gli effetti teorici e pratici una vera Trusted Platform, un computer dotato di un particolare chip, noto come TPM (Trusted Platform Module) o Fritz Chip e di alcuni altri componenti hardware e software che nell’insieme identificano con assoluta precisione qualunque programma esistente inserito e di decidere se esso possa essere o meno installato ed eseguito sul computer. Per una serie di ragioni, le chiavi di una Trusted Platform non vengono mai consegnate all’utente e quindi l’utente non può usare queste funzionalità per difendersi da virus ed hacker. Le chiavi del sistema restano invece nelle mani del produttore del sistema e di altri fornitori di software e di contenuti che possono quindi usarle per difendersi dagli utenti pirati. Già, perché nella visione del mondo la persona che ha comprato e pagato il computer è il nemico da cui difendersi, quindi è un pericoloso pirata a cui bisogna impedire di creare copie abusive di programmi, brani musicali, film, libri digitali etc. La Trusted Platform non può essere crackata e nemmeno possibile ingannarla, quindi installare su di essa un programma che ne aggiri i controlli e le protezioni è praticamente impossibile. Per concludere, su una Trusted Platform si può installare ed usare solo software regolarmente acquistato, pagato ed autorizzato. Qualunque autorizzazione può essere revocata senza preavviso, senza che l’utente possa opporsi, rendendo inservibile il prodotto, come è già successo nel 2009 agli acquirenti della versione digitale di 1984 di George Orwell su Kindle, il lettore di e-book di Amazon. A questo punto, è facile capire l’entusiasmo degli editori per questo nuovo giocattolo della Apple.

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